Con la lettura delle ultime Integrazioni, non pochi cittadini lettori hanno insistentemente richiesto delucidazioni in merito sia ai cosiddetti nuovi Movimenti (Di Pietro/Grillo) che si sono alternati negli ultimi decenni, sia in merito al punto B) lettera B) della 43° Integrazione (Rosa Rossa), non sufficientemente chiaro.
Dopo aver attentamente ascoltato le esigenze di questi cittadini lettori, si è deciso di redigere ulteriori Integrazioni, atte a dare ulteriori luci su quanto richiesto, e sulla complessiva vicenda.
A) In primis, con l’ occasione si riporta per dovere di cronaca una particolare procedura che, appresa dai cittadini lettori, è stata ritenuta da essi molto indicativa del clima da loro definito delinquenziale che si respira in certe aule di Tribunale. Procedura che si accompagnò alle già citate dolose forzature già evidenziate precedentemente (ascolto testimoni in contemporanea, omissione indagini richieste, “dimenticanza” delle prove documentali, firme false in bilanci, bilanci richiesti secondo Legge ma mai consegnati, segnalate tangenti con importi e i nomi dei funzionari pubblici richiedenti etc etc). Infatti una delle udienze dei vari falsi processi per diffamazione si svolse con la seguente astuta modalità: posta la discussione della presunta diffamazione alla fine dell’ elenco delle cause da dibattere, e discusse tutte le precedenti in elenco, giunti alle 13.00 circa i giudici comunicarono una breve interruzione per la pausa pranzo, interruzione che però si concluse solo verso le 17.30, con lo strano arrivo in contemporanea di giudici e controparte, in orario in cui il tribunale era oramai assolutamente deserto, con seguente discussione quasi nulla, e veloce conclusione con condanna per (assurda) diffamazione. Tali pratiche spicce e sbrigative senza cioè alcun approfondimento di merito o di procedura, furono applicate a tutti i livelli, anche in 3o grado, con il presumibile intento di salvaguardare e proteggere il “sistema” e la corruzione. Ciò a parere dei cittadini lettori è assolutamente vergognoso, un’ ulteriore prova dell’ arbitrio assoluto, della delinquenzialità, della criminalità di molta magistratura, tanto più se continuamente intercalato dagli ipocriti lamenti sulla “indipendenza ed autonomia della magistratura”. Una vergogna, per i cittadini lettori, che produce irritazione e sdegno, e auspicio a che il marciume sia estirpato radicalmente.
B) Circa le vicende Di Pietro/Italia dei Valori e Grillo/M5S, aggiungeremo ora delucidazioni a quanto richiesto dai cittadini lettori, sempre molto sensibili ad ogni ipotesi di draconiano ripulisti della corruzione, aspettative che detti 2 Movimenti sembrarono all’ inizio pronti a realizzare; ciò inoltre farà capire che – approfittandosi del desiderio dei cittadini di pulizia radicale – furbi e corrotti hanno sempre astutamente sfruttato e creato ogni occasione per ritagliarsi con l’ inganno consistenti fette di potere. Inoltre, per quanto riguarda l’ Italia dei Valori (dal nome accattivante), premettiamo tre cose: 1. essa nasceva dall’ iniziale esperienza di Mani Pulite/Procura di Milano, e quindi sembrava poter essere il fior fiore della trasparenza, onestà e serietà. Valori trasversali che accomunano le masse: le opposizioni e le contrapposizioni in esse sono sempre state per lo più alimentate ad arte (“divide et impera”). 2. Inoltre aveva evidenti radici nel mondo della Magistratura, oggetto dell’ argomento dei presenti 3 siti, essendo il suo leader un alto magistrato. Quindi è particolarmente pertinente parlarne. 3. Ad oggi premettiamo doverosamente che non si è mai capito se il sen. Di Pietro fosse uno debole personaggio strumentalizzato e sfruttato per la sua immagine censoria dal corrottissimo cerchio magico del Movimento/Partito, o se lui stesso fosse un astuto manovratore, o un abile delinquente, o un possibile ricattato. Nessuno fu in grado allora di capirlo, nessuno dei presenti lo è ancora oggi.
Ad ogni modo, le cose andarono così. Letto il www.arteetangenti.com, il Sen. Di Pietro chiamò lo scrivente per chiedergli disponibilità ad entrare nel Movimento (ricordiamo: equidistanza dai 2 poli, e legalità). Nei tre mesi di permanenza molte furono le storture viste. Dopo l’ inerzia sulla tangentopoli musicale, fu la volta della ricostruzione post-terremoto umbro: l’ ingegnere capo *** del comune di *** preposto alla programmazione tecnica dei lavori di tutto il vasto territorio interessato – lavori effettuati con le ingenti somme mandate da Ministero e Regione – da tempo in conflitto con la maggior parte della amministrazioni comunali, per lavori mai fatti che era costretto a sottoscrivere pur non volendo, aveva pensato di avvicinarsi al Movimento per porre fine alla incresciosa situazione. Per cui nell’ imminenza di elezioni furono mandate mail al Sen. Di Pietro (né si seppe mai chi le lesse, se lui o il cerchio magico) proponendogli di visionare prima le carte, e poi di organizzare una giornata così articolata: la mattina giro tra i container dei terremotati con riprese televisive, e la sera conferenza stampa sulle ruberie del post-terremoto, con un presumibile grande successo elettorale trasversale. La proposta non ebbe mai risposta, suscitando molti interrogativi e perplessità.
Ma la goccia che fece traboccare il vaso in quei tre mesi fu l’ inchiesta denominata Girasole (se non ricordiamo male), sulla prostituzione di giovani ragazze dell’ est, culminata con l’ arresto e traduzione nel carcere di Parma del n.2 del Movimento (un pugliese la cui attività ufficiale era stato detto fosse l’ import-export). Appresa inaspettatamente la notizia dai giornali, il gruppetto dei duri e puri consultandosi ritenne opportuno comunicare la dirompente novità direttamente a Roma, attraverso una decina di mail mandate ai vari recapiti postali, suggerendo di far azzerare i vertici locali oramai compromessi. Dopo un paio di giorni di silenzio, il sottoscritto (referente per le comunicazioni) veniva contattato telefonicamente da uno degli strettissimi collaboratori del Senatore, preannunciando importanti comunicazioni. Quindi, passato il telefono, ne seguiva una requisitoria dai toni accesissimi contro il gruppetto accusato di remare contro il Movimento … Di conseguenza si decideva di uscire dal partito, aspettando la domenica sera delle elezioni. Non prima per non essere accusati di aver influenzato il voto, non dopo per non essere tacciati di opportunismo, visto il presumibile flop.
Solo dopo questo arresto e le modalità sopra descritte, si comprese anche lo strano comportamento dell’ amministratore del Movimento, Direttore della più grande Banca di Perugia, che stranamente alle riunioni fatte entro le 19.00 si presentava elegantemente vestito, in auto lussuosa, camicia bianca, giacca e cravatta. Ma alle riunioni successive alle 21.00 veniva vestito da lurido pezzente (jeans sdruciti e magliaccia), con una Fiat 500 vecchissima il cui interno era quanto di più disastrato si potesse immaginare. Era evidentemente un magnaccia, un criminale, che dopo la riunione proseguiva di notte in chissà quali altri giri. Vedasi a tal proposito anche dettagli riportati in lettere alla Procura Generale, Integrazioni 10a 12a e 14a del presente www.casigiudiziari.it. Lettere a cui – come si è abbondantemente detto – la Procura Generale non ha mai dato seguito con indagini.
C) Sempre parlando del Movimento del Sen. Di Pietro, torna in memoria un’ altra singolare vicenda: si presentò in sede un contadino che lamentava di essere stato oggetto di usura (a proposito di usura, vedansi le 3 Lettere alla Procura Generale, 10a, 12a 14a Integrazione del www.casigiudiziari.it), ex proprietario di un appezzamento di terreno con laghetto, situato in prossimità di svincolo autostradale di Perugia, con casa rurale, oggi ristrutturata a Ristorante. Il contadino, che sperava ardentemente nella azione risolutiva del Movimento, ovviamente praticissimo della struttura sottrattagli a suo parere con l’ inganno e con la truffa, era più volte andato nottetempo a vedere cosa succedeva all’ interno spesso illuminato, e – non visto – aveva assistito scandalizzato ad orge che si consumavano prolungatamente, e aveva riconosciuto anche tra i partecipanti un magistrato con cui aveva avuto a che fare, il dott. ***, allora in forza alla Procura. Concludiamo riportando che l’ insieme di tutti questi particolari vengono giudicati dai cittadini lettori con particolare severità e disgusto, aumentando la sensazione o – per molti cittadini lettori – la certezza di trovarsi di fronte ad una magistratura facente parte a pieno titolo di una vasta organizzazione delinquenziale e criminale, e auspicando le pene più dure e più severe per certi indegni magistrati.
D) Quanto a Grillo e al M5S, la cosa fu assai più marginale. Infatti, forti della problematica esperienza con Di Pietro, si fu molto più cauti; sull’ onda dell’ entusiasmo, analogamente a molti altri concittadini inizialmente entusiasti delle prime uscite di Grillo (i famosi vaffa-day e l’ ipotesi di aprire l’amministrazione pubblica come fossero scatole di sardine: non dimentichiamo che qualsiasi consigliere eletto anche nel più sperduto comune ha diritto di accesso alla contabilità e alla relativa pubblica documentazione, purché abbia alle spalle un partito che lo sostenga compatto): pertanto furono mandate al M5S una serie di mail chiarificatrici, prima all’ indirizzo ufficiale reperito in internet, e poi a tutti i principali leader del M5S, Grillo compreso, oltre che avviato un contatto a livello locale. Ma non si ebbe MAI alcuna risposta dai capi del M5S, tranne una mail nella quale addirittura si invitava pressantemente a togliere il recapito contattato dalla mailing-list. Dopo questi episodi si ebbe un’ idea più pertinente della reale natura del Movimento, e si desistette da qualsiasi successivo contatto.
Ciò è tutto quanto al momento si può segnalare circa i 2 Movimenti Di Pietro/Grillo, secondo i desiderata dei cittadini lettori ed elettori.
Per il resto (particolari sulle 2 racc AR alla Procura Generale e sul rapporto Rosa Rossa/Chiesa), si rimanda alle prossime Integrazioni, importanti anche per capire gli elementi e le gerarchie che permettono e garantiscono l’ efficace riuscita operativa di qualsiasi vasta organizzazione criminale.