Onde meglio illustrare e approfondire una delle recenti Integrazioni, si accenna a quanto scritto in Esposto 24/04/2017, con Integrazione del 28/02/2018 (di cui ad oggi nulla si sa circa la sua duplice richiesta di Archiviazione, richiesta che è stata fatta dal medesimo PM dei mancati accessi ai Bilanci di certi Enti pubblici); Esposti che pertanto non possono essere resi pubblici nella loro integrità, dovendo tra l’altro essere materiale relativo al procedimento di Divorzio in atto.
In detto Esposto 24/04/2017 si tratteggiano dettagliatamente con documentati episodi i dati caratteriali del clan P./O. (in particolar modo della ex suocera T. O.), certe difficoltà interposte al naturale svolgimento del rapporto padre/figlio e certi reiterati comportamenti (pag. 2/13). Di tutto ciò – circostanziatamente riferito (anche con numeri di cellulare e orari di sms e telefonate) – nulla appare nelle 2 Sentenze di Separazione segnalate al CSM, che – se anche confrontate con le Dichiarazioni di cui alle Integrazione 16 e 18 – sembrano essere incomplete e conseguentemente incongruenti.
Quale esempio degli ostacoli frapposti nel rapporto padre/figlio, a pag. 2/4 viene riportata (con anche registrazione di CD in Atti, orari precisi e numeri di cellulari) la trascrizione dettagliata di un intero episodio relativo ai numerosi tentativi di telefonate e sms dovuti fare il 18/02/2017 dal padre per dare la buonanotte al figlio, e le successive maldestre giustificazioni di dinieghi ed interruzioni: 13 tentativi tra telefonate – a 3 cellulari diversi – e sms, prima che un cellulare (non della madre) si aprisse brevemente facendo sentire la madre lontana chiamare il figlio in altra stanza, con comunicazione subito interrottasi con la madre ancora lontana, e successive illogiche giustificazioni dell’ accaduto. Di tutto ciò (portato come esempio tra i tanti) non c’è traccia alcuna nelle 2 Sentenze di Separazione. L’ episodio, oltre a far supporre la volontà di ostacolare il rapporto padre/figlio-erede, getta esatta luce sui protagonisti della vicenda, soprattutto su chi sta dove non dovrebbe, e agisce badando a mai comparire, pur cercando di gestire tutto e tutti, attraverso persone caratterialmente più deboli.
Da pag. 4 a pag. 8 si fa minuziosa analisi dei profili psicologici del clan P./O. e di fatti a ciò relativi. Anche di questo non c’è traccia in Sentenze.
Da pag. 8 a pag 16 sono riportati vari episodi circa reiterati e inopportuni comportamenti, a pag 11 si citano richieste giuridicamente assurde, a pag 12 punto 5) si accenna a parolacce insulti imprecazioni volgari (successivi alla fine del 2016, data della stabile discesa in loco di taluni componenti del clan), auguri di morte inviati via sms, meglio esplicati a pag 14 e pag 16 – con allegata pressoché contemporanea certificazione di una manomissione di un sensore allarme camper – che parebbero aggiungersi a svariate altre manomissioni camper. Esternazioni che paiono non addirsi al rispetto auspicato dall’ Ordinanza Presidenziale. Anche di tutto ciò non c’è traccia nelle 2 Sentenze.
A pag. 13 viene esplicitato l’ esclusivo interesse economico del clan P./O. secondo quanto illustrato a pag 10 da un teste, come desunto da pag 3 di Querela 08/12/2016; anche di questo non c’è traccia nelle 2 Sentenze.
Quanto all’ Integrazione Esposto 28/02/2018, anche in questo caso nulla viene accennato nelle 2 Sentenze.
L’ Integrazione Esposto comincia col trattare del presunto abbandono del minore (pag 3/6, con riferimento a precedente Esposto 05/02/2014), della presunta attività prostitutiva del D. V. in Agriturismo pag 2, 5, 8 e 9), della conseguente falsa testimonianza della teste B. che contrasta secondo logica con quanto asserito (18° Integrazione) dalla titolare dell’ Agriturismo (pag 7/8), della delicata e compromettente testimonianza di A.P. (pag 7, con precise date, orari, numero di cellulare e testo degli sms e link fatti liberamente ed inaspettatamente pervenire al padre) abitante per oltre un anno in appartamento contiguo a M. O. (vedi teste M.Ar.) e quindi perfettamente informata dei fatti, della impropria (perché invalidata da documentazione) testimonianza ella teste R.G. (pag 7). E di nuovo degli auguri di morte mandati con sms etc etc. (pag 8 e 10): di tutto ciò nulla compare nelle 2 Sentenze.
Inoltre a pag 10/12 si riportano le frasi salienti registrate in CD (1h e 1/2, prodotto in Atti) dei coniugi Rrapaj (vedi loro sintetiche Dichiarazioni in 16° Integrazione). Anche di ciò nulla compare in Sentenze, che invece citano la testimonianza della M. T. (denunciata per falsa testimonianza/calunnia dal padre, essendo stata smentita anche dal marito, procedimento di cui nulla si sa), che prima aveva sottoscritto e poi ritrattato.
Si accenna quindi ad altri ostacoli frapposti a padre/figlio (pag 12/14), senza che nulla compaia nelle 2 Sentenze.
Viene inoltre segnalata la circostanza relazionata dai Carabinieri secondo cui, in occasione di una improvvisa “scomparsa” fuori Regione per più giorni del minore, la ex suocera – già allora domiciliata abusivamente (vedi 17a Integrazione) – sapesse tutti gli spostamenti del minore, a differenza del padre tenuto all’ oscuro di tutto (pag 14): anche di questo nulla compare in Sentenze.
Infine si accenna all’ Episodio del Quasar (e alla conseguente Querela 19/02/2018 del padre – di cui nulla ad oggi si sa: pag 14/15) senza che nulla compaia in Sentenze.
Si annota in ultimo che ad oggi la Procura Generale della Repubblica – al di là di domande informali – non ha ancora richiesto alcuna delucidazione ufficiale in merito a quanto inserito nella 14a Integrazione del presente sito.
Sarebbe pertanto opportuno rammentare quali dovrebbero essere le modalità di scopo e azione degli Organi Inquirenti, che giustamente definiscono se stessi “Servitori dello Stato”. Il quale Stato non è da intendersi come entità astratta, ma come gli stessi cittadini nel loro organizzato complesso, che con le proprie tasse delegano altri cittadini ad operare; analogamente a quanto compie il singolo che, nel prendere “a servizio” una qualsiasi altra professionalità (muratore, colf, medico, avvocato, imbianchino…), ne pre-definisce prestazione e compenso, affinché tutto sia fatto bene e in tempi ragionevolmente solleciti, e nel caso di prestazione non ben fatta o fatta in tempi esagerati o procurante danni, è legittimato ad interrompere il mandato, sospendere il pagamento, e chiedere il risarcimento del danno.